La prudenza di Padoan

Il gufo sul trespolo di via Venti settembre

Se il mercato del lavoro è in ripresa sono indubbi i meriti del governo e non saremo certo noi a negarli, anzi. Non solo il Jobs Act ma soprattutto la liberalizzazione dei contratti a tempo indeterminato voluta dal ministro Poletti. L’unico problema che vediamo è il saldo fra l’incremento degli occupati dipendenti e il crollo degli occupati indipendenti. Se prendiamo come termine di paragone di paragone ad esempio è quello dell’estate scorsa, oggi siamo sopra di soli 50mila occupati, e se il termine di paragone fosse il solo mese di agosto 2015, la serie destagionalizzata dell’Istat registrerebbe 4mila occupati in più, per cui tra agosto 2015 e gennaio 2016 l’occupazione totale sarebbe rimasta sostanzialmente invariata. Ammesso anche che una analisi dei dati di questo genere miri solo a spaccare il capello in quattro per nascondere i successi ottenuti dal governo, il problema è che anche se l’occupazione fosse davvero cresciuta nei termini in cui dice l’Istat, la produttività del paese resta stagnante. Per questo è plausibile che alla fine del 2016 ci si accorga di aver invertito le tendenza positiva del 2015. E’ dall’ottobre 2013 che la tendenza di fondo dell’occupazione totale è stata l’aumento, eppure il prodotto per occupato è diminuito, Per cui ci dispiace ma preoccupa che nemmeno in due anni di governo Renzi sia cambiato qualcosa. Per questo avevamo annotato il silenzio di Padoan fra tanti annunci rutilanti, proprio nel giorno in cui si iniziavano a celebrare i risultati formidabili di Palazzo Chigi, tanto che ieri il ministro dell’Economia ha dovuto pronunciarsi. Lungi dal trionfalismo egli si è limitato a dire che i segni distintivi della strategia economica del governo devono “essere credibili e sostenibili”, altrimenti non danno il segnale di un qualche progresso. Padoan non ci è parso infatti particolarmente raggiante. L’Italia si avvia a migliorare, in un contesto internazionale difficile visto che lo 0,8% di crescita del Pil, non basta e non soddisfa neanche lui e dovrà migliorare. E quando si è chiesto al ministro se poteva confermare la crescita dell'1,6% prevista per il 2016, Padoan si è guardato bene dallo sbilanciarsi. Va a finire che il gufo Renzi se lo trova appollaiato sul trespolo di via Venti settembre.

Roma, 2 marzo 2016